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Il buon esempio

  • Nick Mummybook
  • 20 ott 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 7 gen 2021

Anche Sandra alle elementari. Anche Sandra con la didattica a distanza. Anche a Sandra il tablet.

Le paranoie degli strumenti digitali nelle mani delle bambine me le sono fatta venire tutte l’anno scorso. Ma ora abbiamo raggiunto un sano equilibrio e procediamo con disinvoltura. Con Paola e Camilla, però. Ma Sandra?

La chiamo vicino a me.

- Vogliamo parlare un po’ di scuola, a mamma?

- E che cosa?

- Mah, per esempio, puoi dirmi se ti piace.

- Sì, mi piace!

Certo hanno frequentato appena per due settimane in presenza, ma chissà se preferisce già l’italiano o la matematica.

- E quale materia ti piace di più?

- Come?

Evidentemente non capisce “materia”.

- Quale maestra ti fa fare le cose più belle…

Sto per completare la frase dicendo “quella di italiano o di matematica…” Tanto per usare dei termini per lei comprensibili. Ma la bambina sicura mi interrompe:

- Quella di educazione motoria!

Sbianco. Non solo non preferisce né le lettere né i numeri. Ma sa anche dire con scioltezza “educazione motoria” e poi non capiva “materia”?!

- Ah! - faccio io, contenendo il mio amaro stupore - e come mai?

- Per prima cosa (Sandra inizia sempre dicendo “per prima cosa”), perché mi fa fare i disegni dello sport e a me lo sport piace - e con piglio retorico - non sai che mi sono fatta regalare pure la Barbie che gioca a pallavolo?

Effettivamente le piace molto il movimento e la apprezzo in quanto diversa da me, che sono una pigra cronica. Va bene, mica i figli devono essere dei nostri cloni, anche se l’italiano, la matematica…

- Poi - continua lei distogliendomi dai miei pensieri - perché non mi assegna mai i compiti…

Ah, in prima elementare, solo 15 giorni di scuola, già quest’atteggiamento rispetto ai compiti! Ma l’impegno che vuole mettere nello studio qual è?

- E poi - e qui tremo - perché la maestra mi insegna le cose veramente importanti: qual è la destra - pausa - qual è la sinistra…

Ah poteva concludere peggio!

Ad ogni modo mi aspettavo un altro approccio al mondo della scuola “dei grandi”. E le devo pure mettere un tablet in mano! Ma non voglio disperarmi. Sandra ha visto le sorelle. Sente parlare di scuola tutti i giorni. Sarà seria, se le diamo fiducia, penso.

- Sandra, a mamma - prendendole le mani e guardandola negli occhi come nelle comunicazioni importanti - lo sai che avrai anche tu un tablet?

Le si illuminano gli occhi. Le labbra con i denti dondolanti si allargano in un sorriso luminoso.

- Poi mamma ti spiega come usarlo - dico io.

- Sììì - mi interrompe saltellando.

É raggiante e felice. La carica giusta per studiare!

- Così poi da sola potrai…

Sto per puntare l’attenzione sulle videolezioni, le schede, i giochi didattici interattivi, ma Sandra si allontana da me, prende Camilla sotto il braccio e ballando e canticchiando gioiosa, ripete:

- Installerò Peppa Forchetta! Installerò Peppa Forchetta!

E la sorella canta e balla con lei.


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