Profumo d'amore
- Nick Mummybook
- 16 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Le mie figlie mi adorano. Non saprei dire quanto, ma oggi avrei potuto giurare che non è vero che è sempre la mamma ad amare di più (sempre che l’amore si possa misurare). A volte potrebbe capitare il contrario: che i figli sappiano manifestare un affetto profondo ed autentico, anche con piccoli gesti. Erano tutte e tre intente a disegnare, poggiate sulla penisoletta della cucina: tre testoline, che quasi si sfioravano e un allegro brusio di sottofondo. Passo e butto un occhio. Disegnano fiori. Ma che animo gentile! Poi sento Paola: “Le maestre ci hanno fatto fare così! Questa l’isola delle rose”. E le sorelle obbedienti a colorare. Stanno riproducendo la nuova sistemazione dei banchi a scuola, disposti a coppie, in modo da favorire l’interazione e il lavoro di gruppo. Ogni coppia di banchi è chiamata isola ed ogni isola ha il nome di un fiore. “Questa è l’isola dei girasoli…questa quella del giglio”. E continuano a disegnare e chiacchierare di buona lena, mentre io sistemo la cucina. Ma c’è un’intesa eccessiva tra di loro: sicuramente nascondono un segreto - le conosco bene le mie figliolette - chissà cosa stanno architettando. Così, con nonchalance, ripassando accanto al tavolo pieno di colori, lancio un altro sguardo e leggo che un’isola porta il mio nome: in tutta la tenerezza del corsivo elementare sul disegno, in alto a sinistra, campeggia la scritta “Nicoletta”. Praticamente mi sciolgo. Di amore, di tenerezza, di gratitudine, di felicità. Perché se una mamma si chiama Rosa può aspettarselo che un’isola fiorita abbia il suo nome, ma qui è amore, amore puro, ingenuo, vero, incondizionato, disinteressato. Ah le mie figlie mi adorano, almeno quanto io amo loro! Mi vedono bella, delicata e profumata come un fiore, tanto da inventarne uno col mio nome. Tesori! Ma non voglio rovinare la sorpresa. Voglio che pimpanti vengano da me a dirmi “Mamma, guarda, abbiamo fatto un disegno”, e fingerò di non sapere, anche perché dovrei ammettere di aver spiato e questo non sarebbe di buon esempio. Poco dopo arriva Paola: “Mamma, guarda, abbiamo riprodotto la piantina della mia aula a scuola….” “Ah sì?” Faccio io, simulando stupore. “Ci sono tutte le isole…” - continua la piccola, ritta in piedi con il foglio in mano rivolto verso di me, tra Camilla e Sandra, che le fanno da cornice, tutte soddisfatte. Mi asciugo le mani, per prepararmi ad un grande abbraccio di ringraziamento. “Qui c’è l’isola del giglio (fa la bambina, partendo dal centro del foglio) poi l’isola della rosa (spostando l’indice in senso orario…quella col mio nome è l’ultima), l’isola del girasole (ne mancano ancora due), l’isola del papavero (la prossima è la mia) e l’isola della violetta!” Un attimo di silenzio. “Come l’isola della violetta?” - chiedo io, delusa, che neanche il più deluso degli amanti, dopo decenni di silenzioso corteggiamento. Paola mi guarda con tono serio e ribadisce “Sì, mamma, l’isola della violetta!” “Ah - faccio io - pensavo che aveste scritto il mio nome”. E Paola: “Ma, mamma, queste sono le isole fiorite e Nicoletta non è un fiore”.
Piccole e (in)confutabili verità di Mummybook





Commenti