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Un medico in famiglia

  • Nick Mummybook
  • 29 giu 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Io voglio la gelateria! - dice Sandra. Ma mio marito non lo trattieni e decide di prendere anche la valigetta del dottore. Usciamo dal negozio di giocattoli con le buste piene. Abbiamo accontentato tutti: Sandra, che vuole fare la gelataia; il papà, che sotto sotto (ma neanche tanto) sogna una figlia medico; Paola, che per l’onomastico ha scelto due cagnolini; Camilla, la più sdentata e ricca di casa, che con i soldi della fatina dei dentini, ha preso una mini casetta; e me, che ho scelto un gioco per l’empatia. La prima spesa post covid è fatta!

Ora si gioca! Mio marito vede che sto fotocopiando le schede dei pazienti. Fa una faccia di Pasqua: le bambine hanno scelto di giocare prima al dottore. Ma io, fossi in lui, non mi lusingherei troppo. Le nostre figlie, infatti, sognano altro: Paola, ad esempio, vuole fare la scrittrice/pittrice e Camilla la pittrice/pasticciera. Insomma in due opzioni né l’una né l’altra contemplano la medicina. Per non parlare di Sandra. L’altra sera, mentre vedevo “Dottoressa schiacciabrufoli”, passa e fa: Ma che schifezza! Io non farò mai la dottoressa, farò la gelataia: che bellissimo mestiere che mi sono scelta! E, in effetti, vuoi mettere vaschette piene di gusti deliziosi invece che sangue e bende?

Fatto sta, però, che stamattina hanno iniziato a giocare a dottore. E la dottoressa è proprio Sandra! Chissà che storia le avrà raccontato il papà ieri, prima di metterle a letto…

Diii-doooo-diiii-dooo è la sirena dell’ambulanza. Passano nel corridoio di corsa prima Sandra e poi Camilla. La paziente è Camilla. Mi sporgo per guardarle. Sandra ha il visino serio. È evidente che sente la responsabilità del ruolo. Vuoi vedere che il regalo del papà ha aperto una breccia nelle aspirazioni di Sandra per il futuro e che la piccola voglia diventare la nuova Sandra Lee, dermatologa “schiacciabrufoli” e addio gelati?

Camilla pure è entrata molto bene nella parte: Sto maleeeee, sto maleeee - si lamenta. Sembra davvero che abbia dolore.

Sono proprio curiosa di vedere cosa farà Sandra.

Sto maleeeee, sto maleee - continua Camilla - portatemi in ospedaleeeee.

Sandra la tiene per mano o più precisamente la trascina. Camilla urlando si spinge all’indietro: Sto male, sto male, portatemi in ospedaleee, portatemi in ospedaleee...

Si avviano verso il soggiorno. L’ospedale è il divano. Non le vedo più ma sento Camilla: portatemi in ospedaleee, portatemi in ospedaleee, portatemi in ospedaleee…

Buff.

Ahia, Sandra, ma perché mi hai dato uno schiaffo?

Con tono seccato: Perché stiamo andando in ospedale! Che piangi?



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