Ar cesso!
- Nick Mummybook
- 18 giu 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Una visita medica a Roma merita un pranzo in una taverna a conduzione familiare. Una di quelle dove il cibo è genuino e l’accoglienza schietta. Un posto che vale un tour gastronomico delle bontà della capitale e, al tempo stesso, un tour culturale nei modi di dire e di fare della città eterna.
E noi questo posto l’abbiamo trovato. Ora, certo, com’è buona abitudine, è ovvio che, prima di una gricia o di due fettuccine cacio e pepe, bisogna lavarsi le mani. Perciò mio marito si muove, per primo, per andare al gabinetto. Eppure, benché il locale non sia enorme, ahimè, il bagno non lo trova! Sta quasi per sbagliare ed entrare in cucina! Al che torna indietro e, con espressione smarrita, dice:
- Non trovo la toilette!
Mi giro e gli indico una scritta su una colonna: Ar cesso!
Sandra inizia a ridere. Le piace troppo quest’espressione, messa a chiare lettere in un luogo pubblico. Anzi, chiede il permesso per fare una foto di quella che le sembra una birichinata autorizzata. E continua a ripetere: Ar cesso, ar cesso… E ride.
Mio marito, allora, decide di dare un lustrata a quella che, evidentemente, sulla bocca della figlia gli pare una volgarità. E, parlandole con tono professorale, le spiega che la parola “cesso” deriva da latino, che vuol dire “ritirata”, che non a caso i bisogni fisiologici si fanno in privato, auspicando evidentemente, che la bambina accomuni la riservatezza del luogo a quella del termine, e preferisca il francese toilette alla neo scoperta “Ar cesso”.
Sandra lo ascolta seria, continuando a gustare saltimbocca con cicoria leggermente piccante. Non le affiora più il sorriso divertito sulle labbra. Ma, appena il papà ha finito l'intermezzo etimologico, osserva:
- Sì, papà, tu conosci il latino, però la strada per andare “Ar ...” non la trovavi!
E riprendere a ridere.

Piccole e (in)confutabili verità di Mummybook (Giugno 2023)
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