top of page

Dalla fame di sapere alla "fast school"

  • Nick Mummybook
  • 22 lug 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 29 lug 2022


C’era un tempo in cui molti facevano la fame, alcuni avevano da mangiare, pochissimi gustavano cibi prelibati. Così come c’era un tempo in cui molti erano analfabeti, alcuni andavano a scuola, pochissimi all’Università.

Poi è arrivato il benessere e molti hanno potuto mettere il piatto a tavola; alcuni, per la prima volta, assaggiavano prelibatezze; per pochissimi non cambiava nulla, se non forse un certo senso di nostalgia di un privilegio, prima esclusivo, da condividere con palati avvezzi a cibi più modesti.

Con il benessere, è arrivata anche la consapevolezza dell’importanza dell’istruzione per tutti. Così i figli di molti analfabeti, per la prima volta, si sono seduti tra i banchi di scuola; alcuni andavano all’Università; per pochissimi non cambiava nulla, se non forse per un senso di diffidenza per i privilegi da condividere anche con i “figli di mamma” e non solo con i “figli di papà”.

Soddisfatto l’appetito delle pance e delle menti, allora la ristorazione è decollata e così anche la scuola. Se mangiare fuori è un piacere, che si possa scegliere allora dalla pizza alla nouvelle cuisine, dalla dieta mediterranea al sushi. Se studiare non è per pochi, ma per tutti, che vi siano altre possibilità di scelta oltre al liceo classico, al liceo scientifico e agli istituti tecnici!

Ma con tutto questo ben di Dio, persa la memoria della fame di pane e di sapere, gli avventori dei ristoranti hanno iniziato a lasciare i piatti mezzi pieni, che due generazioni prima avrebbero sfamato le loro famiglie, e gli studenti ad essere più svogliati, che i loro bisnonni o trisavoli avrebbero pregato per saper leggere e scrivere.

Perso il senso della fatica di ottenere ed avendo tanto a portata di mano, nel cibo e nello studio, la clientela è diventata più distratta e, paradossalmente, più esigente.

Nella logica del volere tutto e subito si sono imposti i fast food: entri, ordini, mangi e te ne vai, sazio e contento di aver speso poco. Questo per il cibo. Ma anche la scuola sembra voler seguire questa tendenza. Un liceo "fast": ti iscrivi, incameri una serie di informazioni e conoscenze in un tempo intenso e compatto, e a 17 anni (16, se sei anticipatario), dopo solo 4 anni tra i banchi, hai già un titolo di accesso all’università!

Come un panino con hamburger, preparato in due minuti, ti toglie la fame, così la fast school ti dà l’illusione di poter sapere in poco tempo. Peccato, però, che il cibo dei fast food spesso sia definito "cibo spazzatura"! Peccato che l’obesità sia un problema legato anche queste abitudini! Peccato che nutrirsi e cibarsi non siano la stessa cosa! Peccato che il corpo come la mente abbia bisogno di misura, per crescere nella migliore maniera possibile!

Quanto sarebbe bello se, senza sprechi, tutti potessero apprezzare le prelibatezze più genuine della terra e dei libri, quelle di altri tempi, di quando la vita scorreva meno frenetica e più sana. Ma se il progresso non si può fermare e questi sono i tempi che si impongono, che ci si adoperi allora perché "velocità" non sia sinonimo di "frettoloso ed impreciso".



Nicoletta Tancredi


Commentaires


  • facebook
  • twitter
  • linkedin

©2020 di Nick Mummybook. Creato con Wix.com

bottom of page