Lietissimi di imparare
- Nick Mummybook
- 9 apr 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Sarà che, per la mamma che si prende cura del suo neonato, è ancestrale occasione di coccola e motivo di contentezza. Sarà che ha del prodigioso, addirittura del sublime, la contemplazione dell’innumerevole varietà di tinte che la natura può offrire. Sarà che in provincia di Piacenza ci hanno fatto addirittura un museo e, si sa, chi non va per musei è un insensibile ignorante. E sarà che in altri musei, progettati per esporre tutt’altro, non mancano aree appositamente dedicate. Sarà per il potere taumaturgico che può avere per il singolo viandante. E per quello ben augurante per un’intera compagnia teatrale. Sarà che addirittura può farsi arte essa stessa, per geniale creatività, in scatolette di latta con etichetta in carta stampata. O sarà tutt’altro! Sarà che la carenza di senso civico dei padroni di cani, anche di razza, costituisca imposizione d’arredo urbano cui ormai ci siam dovuti abituare. Sarà che all’involgarimento della lingua corrisponda una triviale convinzione di essere materialmente più forte. Sarà che ai secondi esempi e non ai primi corrisponda l’opinione che pochi, e mi auguro davvero siano pochi, hanno della scuola. Sarà, però, che evidentemente quei pochi siano gli stessi a considerare le funzioni fisiologiche dei loro pargoli, non più neonati, costante motivo di apprezzamento e di soddisfazione; sublime creazione da esporre se non in una teca di museo almeno in un murales di un bagno scolastico; oggetto scaramantico per maestri e collaboratori, che dovrebbero esser grati per tali amuleti; o addirittura originalissime creazioni al pari della Merda d’artista di Piero Manzoni.
Deve essere indubbiamente così, se una maestra sessantenne, in provincia di Parma, è stata condannata, dopo 4 anni di processo, a un mese e 20 giorni di carcere, per aver rimproverato alunni di una scuola elementare che avevano imbrattato il bagno di feci. Eh sì, i genitori l’hanno denunciata per essere stata eccessiva nel redarguire i figli. E un giudice l’ha condannata. Per la gioia dei parenti, che hanno fatto giustizia, tutelando i novelli Manzoni. Ah quella collaboratrice che ha voluto condividere con la maestra la contemplazione artistica! Ah quella maestra che non ne ha saputo cogliere la valenza estetica ed estatica!
Ma parliamo di arte vecchia già un lustro. Mentre la maestra di Parma sconta la sua condanna, in tale fermento culturale, ammiriamo una variante sul tema. In una scuola della provincia di Cremona, l’oggetto summenzionato si correda di altri oggetti di uso comune, carta, salviette, rotoli e porta-rotoli. Un accostamento pop, nell’opera contemporanea intitolata Intasamento del bagno di scuola. Peccato che la “critica” delle insegnanti, inviata ai genitori, non sia piaciuta neanche al dirigente scolastico.
Che dire? Speriamo che i docenti della scuola odierna sappiano fare Green School, nella consapevolezza che, come cantava De Andrè, “Dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono i fior”. Impresa ardua ma, a quanto pare, il materiale non manca.

Piccole e (in)confutabili verità di Mummybook-prof (2022)
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