TIC-TAC
- Nick Mummybook
- 31 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Un signore alto e distinto entrò nel negozio di Basilio:
- Vorrei quell’orologio esposto in vetrina! - chiese.
Il buon Basilio immediatamente si mise al suo servizio.
- Gliene prendo uno uguale - disse, aprendo il grosso armadio che era alle sue spalle. Girò la chiave. Prese una scatola e l’aprì. Tolse il libretto delle istruzioni. Prese l’orologio che era all’interno e lo capovolse, per inserirvi la batteria.
In quel momento tre amici gridarono Ooooh… come se fossero stati sulle montagne russe. Ma nessuno li sentì.
- Lo regoliamo subito! - disse ancora Basilio. Così scosse un po’ il polso, per far scorrere il suo orologio da sotto alla manica del maglione blu e allontanò il braccio, per leggere precisamente l’ora.
- Sono le 12 e un quarto! - sentenziò.
Tutte e tre le lancette erano sul 12. Ma Basilio, come il vento che soffia all’impazzata, spostando via interi alberi, in un unico colpo, preciso e violento, portò la lancetta dei minuti sul numero 3.
- Arturo! urlarono le altre due lancette, ma nessuno li sentì.
Lorena avrebbe voluto chiedere a Giocondo dove fosse andato il loro amico Arturo, se non avessero detto qualcosa, nel tempo passato che non era passato, che avesse potuto urtarlo; ma non fece in tempo a girarsi che non vide più neanche Giocondo.
Il signor Basilio aveva inserito la batteria e da quel momento tic-tac tic-tac, tic-tac, tic-tac il buon Giocondo aveva preso a correre velocissimo, per l’esattezza un passo al secondo.
Lorena rimase scossa. E triste. Sola.
Basilio si rivolse al suo cliente:
- Ha fatto un’ottima scelta! È un orologio di grande precisione. Vedrà, si troverà bene.
In quel momento Lorena vide tornare Giocondo:
- “Hey, Giocondo!”
Ma il suo amico si fermò da lei soltanto un secondo. A stento il tempo di un Ciao! Anzi di un tic.
Lorena fu felice e subito dopo di nuovo triste.
Il signore alto e distinto pagò, salutò ed uscì dal negozio.
- Giocondo! - disse Lorena, vedendo tornare di corsa il suo amico veloce e snello.
Ma Giocondo si fermò da lei soltanto un secondo. Il tempo di gridare Torno fra un minuto! Lorena alzò gli occhi. Fuori dalla scatola e dal buio dell’armadio, dondolando sul polso del signore alto e distinto, che si era incamminato per il corso della città, c’era un mondo tutto nuovo. Anche Arturo e Giocondo restavano a bocca aperta, ma senza perdere il passo: tic-tac, tic-tac, tic-tac, tic-tac.
- Giocondo, visto quanti colori? - urlò Arturo al suo amico di corsa.
- Sì - rispose Giocondo, ma stette con Arturo soltanto un secondo.
- Sei tornato! - gli disse Lorena.
- Ci vediamo tra un minuto - rispose Giocondo e scappò via.
Dopo un minuto tornò. E così dopo un altro e un altro ancora.
Il signore alto e distinto incrociò dei colleghi e li salutò, scuotendo il braccio.
- Ooooh… - gridarono i tre amici, come se fossero stati sulle montagne russe. Ma nessuno li sentì.
Poi Giocondo tornò sul 12, dove paziente aspettava Lorena.
- Hai visto Arturo? - gli chiese Lorena che, a confronto con Giocondo snello e veloce, sembrava una signora, che ha bisogno di un’intera ora per muoversi, lenta e austera com’era.
- Sì! É sul 5. Lo rivedrai tra quaranta minuti! - rispose Giocondo.
- Quaranta minuti - pensò Lorena - ma sono tanti: di certo farò confusione!
Poi vide tornare di nuovo Giocondo, la lancetta che ogni passo è un secondo.
- Ti aiuterò io a tenere il conto, quanto è vero che mi chiamo Giocondo!
Indubbiamente era un tipo molto preciso.
Intanto Lorena, con grande lentezza, si fece un pochino pochino più avanti, come una dama che si muove con fierezza.
- Lorena ti aspetta! - gridò Giocondo ad Arturo, che pure era alto, ma meno veloce.
E il minuto dopo, Arturo gli chiese:
- Dove?
- L’hai lasciata al numero 12 - rispose Giocondo - la ritroverai sul numero 1 - e scappò via.
Il signore alto e distinto tornò dalla sua passeggiata. Fece le scale. Aprì la porta di casa. Guardò il suo orologio nuovo. Lo tolse, poggiandolo delicatamente sul comò. Dall’acquisto dell’orologio col cinturino in pelle e il quadrante dorato era passata quasi un’ora.
In quel momento Giocondo, la lancetta che ogni passo è un secondo, passò per il numero 1 e trovò i suoi amici di sempre, Arturo, la lancetta che ogni passo è un minuto e Lorena, la lancetta che scandisce se è l’ora di pranzo o l’ora di cena.
Lorena, Arturo e Giocondo si abbracciarono tutti e tre per un secondo.
Poi Giocondo se ne andò.
Lorena ed Arturo, invece, stettero abbracciati un intero minuto.
Poi ognuno riprese la sua corsa.
Giocondo, un passo al secondo, salutava Arturo ogni minuto.
Arturo, un passo al minuto, salutava Lorena ogni ora. E solo per un secondo i tre amici si abbracciavano di nuovo.
Fu così fino ad una nuova batteria.
Tic-tac tic-tac tic-tac tic-tac

Nicoletta Tancredi
Piccole e (in)confutabili storie di Mummybook (2020)




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